Olio nostrum

Olio bevanda sacra, non è nettare degli dei ma sostanza in grado di dare vita. Antichissimo fluido color dell’oro, prezioso per le sue proprietà nutritive e simbolo di opulenza e ricchezza ha origini millenarie. L’ulivo, albero nato fra le valli mesopotamiche, come la storia vuole, più di 6000 anni or sono, fu importato in terra Italica solo nel 1000 a.C. L’olio d’oliva che se ne ricava, diversamente dagli oli di semi, è l’unico che si ottiene direttamente dal frutto della pianta, per spremitura meccanica delle olive. È grasso puro allo stato liquido e a temperatura ambiente. E può essere vergine o extravergine, a seconda del suo grado di acidità e delle sostanze organolettiche presenti. L’olio non va riscaldato, ed è la base della dieta più antica della civiltà, quella mediterranea. Ha proprietà curative, e riduce il colesterolo “cattivo”, è indicato nella prevenzione di tumori, infarti e disfunzioni arteriose e in esso vi sono idrocarburi, cere, alcoli, steroli, polifenoli, e pigmenti colorati, fondamentali per una corretta alimentazione. Grazie all’acido linoleico poi protegge le cellule e ne ritarda l’invecchiamento. È il liquido della bellezza e grazie ai polifenoli e alla vitamina E di cui abbonda, che per la loro azione antiossidante contribuiscono a prevenire l’arteriosclerosi e a mantenere elastico il tessuto cellulare, è molto usato in cosmetica e nella fabbricazione di molti saponi. L’olio d’oliva aiuta il fegato e regola le funzioni gastriche fondamentali ed è anche un medicamento naturale, grazie all’oleocante, antinfiammatorio naturale, e all’ibufrene, che è una potente sostanza antidolorifica. L’olio d’oliva è resistente e sopporta alte temperature. In cucina è in assoluto il più indicato per le fritture, mantiene infatti intatte le sue proprietà senza deteriorarsi, resistendo fino a temperature di 180°. In Sicilia quando le olive sono mature inizia l’abbacchiatura, le olive battute vengono rastrellate e raccolte nei tradizionali sacchi di juta da un quintale, portate al frantoio per essere lavate e passate alla frangitura, ovvero attraverso due macine che schiacciano i frutti producendo una densissima polpa oleosa. La polpa poi viene rimescolata e spalmata su ciambelle circolari pronte per essere pressate. Dall’operazione scaturisce un liquido oleoso misto ad acqua, la cui separazione produrrà l’olio finale. Un olio denso, verde o chiaro a seconda della qualità delle olive e del territorio di crescita degli ulivi, che va conservato, come tradizione vuole, in bottiglie di vetro scuro e al riparo dalla luce solare, garantendo così un’ottima conservazione per almeno un anno intero.

Elena Beninati

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